Orbis Wiki
Advertisement


Alessandro I, in russo: Aleksandr Pavlovich Yusupov, (Nuova Alessandria, 1777 - Tomsk(?), 1825) è stato Re dei Rus dal 1801 al 1825;

Ricordato per la sua partecipazione alle Guerre Napoleoniche. Alessandro lasciò di sé un'immagine a tratti contradittoria. Amante della pace così come delle opportunità della guerra, sovrano liberale, ma che combatté per limitare quella stessa libertà che professava. Viene ricordato ironicamente come "il tranquillo" per via del fatto che il suo regno fu caratterizzato dai turbolenti anni della Rivoluzione romana e delle Guerre Napoleoniche.

Biografia[]

Giovinezza[]

Figlio primogenito di Paolo I e di Sofia del Wurttemberg, la sua nascita venne salutata in tutto il regno con celebrazioni e festività. Crebbe all'interno del palazzo reale, da cui uscì solo adolescente, insieme al fratello Costantino. Entrambi i principi erano particolarmente amati dalla nonna, Caterina d'Anhalt, che però aveva un debole particolare per il piccolo Costantino.

La nonna era molto influente nel governo di Paolo, ma non amava particolarmente il figlio che reputava lento e privo delle qualità che un buon monarca doveva possedere. Si diffuse persino la voce che Caterina avrebbe voluto detronizzare il figlio per ottenere il trono in qualità di tutrice di Alessandro.

Fu proprio la regina madre a richiedere i servigi di Federico Cesare Arpae, noto politico e scrittore romano, a cui fu dato l'incarico di precettore del piccolo Alessandro.

Alessandro fu uno studente brillante, vivace e curioso. Si interessò della cultura romana, in particolare degli scrittori del Circolo di Alessia e delle loro idee. I suoi studi furono sempre indirizzati al diritto e alle idee illuministiche mentre i fratelli vennero avviati alla carriera militare.

Matrimonio[]

Nel 1793, a soli 15 anni, venne celebrato il suo matrimonio con la figlia del duca di Baden, Maria Luisa Zähringen. Il matrimonio, faceva parte della strategia politica dei Rus che da decenni cercavano di allearsi con i principati longobardi in chiave anti unione di Praga. Anche il matrimonio tra Paolo I e Sofia di Wurtemberg, e quello della nonna, facevano tutti parte di questa tattica.

I novelli sposi non erano particolarmente uniti. Caratteri e ambiente diversi avevano formato due personalità diametralmente opposte e spesso in conflitto. A Maria Luisa non interessavano politica e filosofia, trovava Alessandro profondamente noioso e insofferente la corte alessandrina. Il principe dal canto suo non provava il ben che minimo sentimento verso la moglie. Definito dalla consorte uomo insensibile e antiromantico, Alessandro provò ad avvicinarsi col tempo a Maria Luisa, cosa che portò alla nascita delle uniche figlie della coppia, le gemelle Maria ed Elisabetta nel 1800.

Carriera politica[]

Nel 1797 iniziò a ricoprire le prime cariche pubbliche. Per quanto fossero uffici minori, in questo periodo, Alessandro iniziò a scrivere ad alcuni dei più grandi pensatori illuministi. La corrispondenza del principe, per quanto ogni lettera venisse intercettata e censurata dalla nonna, gli permise di venire a contatto con diverse personalità molto affermate nella vita pubblica romana. In particolar modo entrò in contatto con Carlo Maurizio di Benevento che proprio in quel periodo aveva cambiato schieramento ed era tornato a Roma, pronto a collaborare con i repubblicani.

Naturalmente le lettere del di Benevento venivano intercettate da Caterina, ma, grazie al alcuni contatti nella capitale rus, il politico romano riusciva comunque a mantenere una corrispondenza privata con il principe rus. Nacque una profonda amicizia tra i due che giovò enormemente alla carriera di entrambi.

L'incoronazione[]

Nel 1801 si spegneva il padre, Paolo, e Alessandro ascendeva al trono dei Rus. Durante la sua incoronazione Alessandro volle ribadire il fatto che lui veniva proclamato re dei Rus, che era da intendersi in quanto popolo rus. Sostenendo che, sotto il suo regno, i Rus avrebbero vissuto un epoca di pace e prosperità, riservò delle critiche feroci all'operato conservatore del padre e del nonno. Promettendo un epoca di cambiamenti e di prosperità Alessandro fu acclamato dalla popolazione di Nuova Alessandria come un monarca visionario e ambizioso.

Nel suo discorso, Alessandro fece sfoggio dei suoi studi illuministi proponendo il concetto che il suo regno era uno stato nazionale, la nazione del popolo dei Rus.

Un re non particolarmente amato[]

Di mentalità molto aperta e liberale, Alessandro si spese per l'istituzione di nuovi ministeri che sarebbero dovuti andare ad aiutarlo nell'opera dello Stato. Creò un primo parlamento rus con poteri ancora limitati. Nella sua concezione il re era una figura illuminata che pur essendo de facto a capo della nazione veniva aiutato nella sua opera di governo dal Parlamento e dai ministri. Questi rimanevano sempre eletti per nomina regia cosa che permise ad Alessandro di nominare intellettuali e persone anche di media estradizione, inimicandosi parte della nobiltà.

Re dei Rus[]

La sua incoronazione ebbe un eco in tutta Europa e si attirò le pesanti critiche dei governi più reazionali. I sovrani vedevano nel discorso di Alessandro l'eco di quei pensieri alla radice della Rivoluzione romana. Quella che sembrò una idiotica mossa diplomatica atta a isolare i Rus, trovò il fermo sostegno di Napoleone Buonaparte che stava emergendo come il vincitore del duello, repubblicano-imperiale. Tra i due paesi si creò un clima più cordiale e vennero inviati diversi ambasciatori nelle rispettive capitali.

Quella che sembrava un'intesa si trasformò ben presto in una inattesa alleanza che stupì il resto del Continente. Carlo Maurizio di Benevento sancì formalmente l'alleanza organizzando un incontro pubblico tra Napoleone e Alessandro. I grandiosi disegni di Napoleone di riconquistare gli antichi territori dell'Impero romano trovavano il pieno supporto di Alessandro, che si considerava il re di tutti quei territori al di fuori della civitas romana.

Intenzione del monarca era avvalersi delle guerre napoleoniche per estendere il suo dominio ai danni dell'Unione di Praga, del Regno del Baltico e della Grecia, arrivando a far in modo che se Roma era la forza egemone sul Mar Mediterraneo, Nuova Alessandria lo era per quanto riguardava il continente europeo.

Guerre Napoleoniche[]

Guerra della terza e della quarta coalizione[]

Firmata dunque l'alleanza con Napoleone, sembrava ora per i Rus di riprendersi la rivincita sui vicini. Nel 1802 l'alleanza romano-rus scese in guerra contro le forze della coalizione. La guerra si rivelò ben presto un disastro per i Rus che si trovarono circondati e senza nessun supporto da parte romana. Sentendosi abbandonato, Alessandro denunciò l'accaduto chiedendo il supporto romano, ma trovando solo le scuse di Carlo Maurizio di Benevento e venendo ignorato dallo stesso Napoleone. Sembrava che il fronte fosse pronto a cadere da un momento all'altro, fu solo grazie alla linea difensiva messa in atto da Costantino, il fratello di Alessandro a capo dell'esercito che i Rus riuscirono a resistere fino alla Pace di Treviso (1805).

La Pace di Treviso si rivelò un terribile affronto per i Rus. Le promesse di Napoleone e del Di Benevento si rivelarono vane e Alessandro e Costantino concordarono sul strappare l'alleanza con i romani. Sembrava ora che il destino dei rus non era tanto da trovarsi nel lontano oriente, ma nella più vicina Europa e se il settentrione del continente sembrava impermeabile all'offensiva russa, forse la grandezza di Nuova Alessandria era da trovarsi nello stesso Mediterraneo che i romani custodivano così gelosamente.

La sfida tra Roma e Nuova Alessandria era aperta e Napoleone passava al contrattacco diplomatico alleandosi con Carlo III, il reazionario sovrano dell'Unione di Praga, nel 1807.

Guerra della quinta coalizione[]

Per sette anni il fronte orientale fu tranquillo, nonostante la paranoia regnasse sovrana e i Paesi tenevano sempre un nutrito numero di uomini sul confine pronto a invadere i nemici alla prima occasione. Nel 1814 però nuovamente le ambizioni di Napoleone portarono l'Europa in guerra. La guerra della quinta coalizione nacque dal tentativo del princeps di eliminare, una volta per tutte, la spina nel fianco del regno di Grecia. L'avanzata romana fu inarrestabile e i Balcani vennero ben presto invasi mentre lo stesso re di Grecia, Teodoro III, si rifugiava in Anatolia per sfuggire all'ira napoleonica.

Il contributo dei rus fu decisivo per la guerra, con una prima vittoriosa invasione in Polonia e il sollevamento della Prussia che mise in seria difficolta i boemi e i longobardi. A meridione l'esercito rus, guidato dal fratello di Alessandro, Costantino, capì la necessità di bloccare le linee di rifornimento nel momento in cui Napoleone mise piede in Anatolia alla caccia di Teodoro. Vinte le forze romane in Bulgaria i rus, ormai, inarrestabili si diffusero nei Balcani. Per la prima volta, e nonostante si professasse un pacifista, Alessandro scese sul campo di battaglia, partecipando ad alcuni scontri minori.

La città di Costantinopoli gli aprì le porte come un vincitore e Alessandro fu molto colpito dalla capitale greca. Viene raccontato un episodio, mai confermato, del fatto che presenziando a una messa a Santa Sofia pianse davanti al patrimonio artistico e culturale greco. Uscì dalla stessa chiesa barcollando e in stato confusionale[1]. La presenza di Alessandro nella capitale non durò a lungo, i polacchi si erano sollevati mettendo in difficoltà le forze rus. La vittoria però sembrava comunque sorridere ai Rus, con i boemi di Carlo III costretti ad arrendersi nel 1816. I rus riuscirono a ricongiungersi con le truppe olandesi sotto Hannover. Cinque eserciti si raccolsero sotto le mura di Lipsia dove, nel luglio del 1816, si scontarono nella battaglia che passerà alla storia come "La Battaglia della Nazioni".

Nessuno dei due fronti riuscì a vincere definitivamente e, dopo lo scontro, l'Europa ormai stanca e sfrenata si incamminava verso una meritata pace. Nel 1817 veniva inaugurato un Congresso nella città norica di Vienna dove venne sancita la fine definitiva delle Guerre napoleoniche.

Ultimi Anni[]

Il Congresso di Vienna fu l'ultimo evento internazionale a cui Alessandro partecipò. Ritornato nella capitale si rinchiuse nel palazzo reale lasciando il governo in gran parte alla madre Sofia. La famiglia si stava sfaldando con Costantino che si era rinchiuso a Minsk e Nicola che invece aveva richiesto di rimanere in Prussia come ambasciatore, cosa che Alessandro, seppur riluttante, gli concesse.

Il governo di Sofia cercò di mitigare le posizioni più liberali del figlio con la necessità di mantenere l'appoggio della nobiltà, ma non fu particolarmente popolare. La questione della successione fu sempre un tasto dolente e nonostante il tentativo di Alessandro di promuovere la cause delle sue figlie sul trono trovò una ferma resistenza da parte dei ministri, nobili e dal parlamento. Questo era dovuto al fatto che il paese richiedevano una figura forte alla guida del paese dopo le guerre che l'avevano stremato e l'incoronazione di una regina avrebbe certamente portato alle rivolte di eventuali pretendenti, tra cui si vociferava avrebbero preso parte Costantino e Nicola in primis. Alla fine Alessandro cedette e riconobbe i diritti di Costantino sul trono, nominandolo suo erede, cosa che gli attirò contro il partito che avrebbe preferito l'incoronazione di Nicola.

Il riconoscimento di Costantino come suo erede, permise ad Alessandro di delegare al fratello le mansioni reali. Libero di dedicarsi ad altro, il re venne colpito dalla Storia del suo regno, in particolar modo studiando le origini nestoriane di alcune città e del Regno di Kazan. Il sovrano iniziò a intrattenere alcuni dibattiti con prelati e religiosi, che lo formarono nella sua scoperta della teologia. Iniziò a farsi largo nella mente del sovrano che i Rus avevano perso di vista le loro origini. In particolar modo la religione rus, per quanto autocefala e facente capo al Patriarca di Kiev, era intrisa di occidentalismi. Il Nestorianesimo invece appariva ad Alessandro come l'autentica e principale religione dei Rus, connubio dello sguardo sempre rivolto a oriente e comune alle radici di molte zone che componevano il regno, la regione di Kazan e la Crimea. La nuova passione di Alessandro destò diverso scompiglio nella corte rus cosa che venne aggravata quando Alessandro iniziò a organizzare viaggi in Siberia, alla ricerca delle ultime comunità nestoriane.

Si iniziò a parlare da un complotto architettato da Costantino e Sofia atto a detronizzare Alessandro. Nel frattempo il re dava segno di insofferenza verso la capitale e la vita di corte, preferendo ritirarsi a Kazan dove prese residenza nel Cremlino costruito nella città dai suoi antenati. Si racconta che il sovrano stabili a Kazan una base dalla quale partiva alla volta delle più remote città della Siberia o dove accoglieva le comunità più remote e isolata che il paese ospitava.

Si stava creando quasi una corte parallela tanto che Sofia e Costantino inviarono a Kazan, Maria Luisa e le figlie per mediare il ritorno di Alessandro. Il sovrano sembrò cedere alla richieste del resto della famiglia, ma si accordò per compiere un ultima spedizione. Questa volta l'obiettivo era la città di Tomsk in cui, secondo alcuni, aveva trovato rifugio uno degli ultimi seguaci di Avvakum, l'ultimo patriarca nestoriano di Kazan. Non si conoscono bene i dettagli del viaggio, ma, da quanto raccontano cronisti dell'epoca, il re si ammalò appena tornato a Kazan morendo tra le braccia della moglie.

  1. Al giorno d'oggi, alcuni storici la ritengono una manifestazione della cosiddetta Sindrome di Stendhal.
Advertisement