La terza crociata comprende un’ampia discussione se era considerabile una vittoria crociata, infatti al termine della suddetta i territori cristiani in Terra Santa diminuirono, però fu considerata una vittoria sia dai crociati che dai musulmani.
Alla fine si è deciso di considerarla una vittoria crociata, e non un pareggio, ma la discussione è ancora aperta.
ANTEFATTO[]
Il concilio di Palermo aveva definito che la cristianità doveva essere militante contro l'eresia.
LA GUERRA[]
Fase 1: l’attacco cristiano[]
Per questo gli uomini d'armi che abitavano in terra santa, guidati da Flavio Ulpio Almarico diedero inizio alla terza crociata, venendo sconfitti dall'esercito di Saladino nei pressi di Attin, lo stesso Almarico, governatore di Gerusalemme, venne catturato.
Fase 2: l’entrata in guerra di normanni e longobardi[]
Quando Gerusalemme e la Fenicia tornarono musulmane il Papa spinse tutti i cristiani ad unirsi alla crociata, a rispondere al richiamo furono Riccardo Cuor di Leone re di Normandia e Federico Barbarossa, re di Longobardia.
Antonino III non aveva intenzione di intervenire, nonostante i territori invasi fossero i suoi, ma nel 1191, minacciato dal Papa di scomunica, costruì una flotta, la quale però rimase in porto a causa di un’epidemia nell’Italia meridionale.
I due eserciti superarono il Bosforo dopo aver ottenuto il permesso da Isacco Angelo, preoccupato dai pericoli di un esercito stazionato nella capitale e incapace di cibare il suddetto esercito più a lungo, ma appena arrivarono in Anatolia l'esercito di Saladino li sorprese nei pressi di Iconio e gli inflisse gravi perdite.
Fase 3: l’occupazione della Fenicia[]
Federico Barbarossa era morto in battaglia e le perdite crociate erano state altissime, ma Riccardo continuò la campagna e liberò la Fenicia, mostrando che aveva intenzione di mantenerla, allora Saladino ne approfittò, liberando Almarico, il quale andrà dai crociati per chiedergli di restituire la Fenicia, ottenendo però un rifiuto.
Fase 4: la campagna diplomatica di Antonino III[]
I crociati continuarono la guerra, ma entrarono il stallo e Antonino, preoccupatosi, mosse a Cipro e poi in Palestina, dove provò a trattare con Riccardo, il quale non aveva intenzione di restituire la Fenicia, allora provò a trattare con il Saladino, ottenendo un accordo.
CONSEGUENZE[]
L'impero tenne le coste della provincia di Gerusalemme, la suddetta città e la possibilità di accedere liberamente ad essa, mentre i Normanni ottennero la Fenicia.