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Filippo II, conosciuto anche come, Filippo Augusto (Philippus Augustus) o Filippo il Grande (Gonesse, 1265 - Avignone, 1326) fu re dei Normanni e il primo normanno a fregiarsi del titolo di Imperatore dei romani con il nome di Filippo III.

Biografia[]

Infanzia[]

Secondo i cronisti dell'epoca la nascita di Filippo II fu scandita da rari eventi, come avvistamenti di animali mitici, e prodigi che furono intrepretati come il segno di un futuro grandioso per il principe normanno.

In effetti la nascita di Filippo era molto attesa dato che il padre, Filippo I, era stato incapace di generare un legittimo erede al trono di Normandia in trent'anni di regno, mettendo a rischio la successione. L'ultima moglie di Filippo, Adele, figlia del re di scozia Alessandro III, invece fu capace di generale ben due eredi al trono, Filippo nel 1265 e il fratello Carlo nel 1268.

Nel 1279, a soli quattordici anni, Filippo fu associato dal padre al trono in una sfarzosa cerimonia a Reims. Questo era dovuto al fatto che il padre si era ammalato in seguito a una battuta di caccia e si temeva che potesse venire a mancare improvvisamente. Fortunatamente Filippo I si riprese e regnò ancora per circa sei anni, venendo però coadiuvato nel governo dal figlio.

L'anno successivo si sposò con una principessa longobarda, Isabella di Nassau, sorella del futuro re di Longobardia, Adolfo.

Re di Normandia[]

Il regno di Filippo II iniziò formalmente nel 1285, dal padre, il giovane monarca aveva ereditato uno Stato indebolito. Sotto il nonno, Luigi il Battagliero, era stata concessa la Magna Carta riconoscendo diversi privilegi e libertà ai vari nobili che avevano, in parte, decentralizzato il regno. Il padre di Filippo aveva cercato di compensare questa debolezza interna cercando nuovi alleati esterni avvicinandosi prima alla Scozia e poi alla Longobardia.

Una delle priorità di Filippo fu quella di riempire le casse dello Stato e per questo adottò una serie di grandi e piccoli provvedimenti. Inizialmente tassò pesantemente i mercanti che provenivano dalle Fiandre che avevano il controllo di diversi monopoli, concedendo più libertà ai mercanti normanni, per quanto popolare questa riforma però non ebbe una vita lunga e fu revocata in poco tempo (1295). D'altro canto cercò di ristrutturare l'apparato amministrativo statale basandosi su quello romano in particolare per quanto riguardava la tassazione, colpendo alcune importati città.

La graduale scomparsa dei Robertingi di Normandia permise a Filippo di ereditare diverse contee nel regno che in parte concesse a vari nobili in cambio di ingenti donativi. Attento diplomatico e ottimo burocrate fece rifiorire il regno di Normandia grazie a una politica accorta e cauta.

La nascita dell'alleanza di ferro[]

Nel 1296 la morte di Rodolfo d'Asburgo causò momenti di tensione all'interno del Regno di Longobardia. Dato che l'elezione per il trono longobardo vide contrapporsi due forti personalità, da un lato Alberto d'Asburgo, figlio di Rodolfo, e dall'altra Adolfo di Nassau, cognato del re di Normandia. Filippo si spese in modo che quest'Ultimo ottenesse il trono. Da parte del re di Normandia assicurarsi una stretta alleanza con la Longobardia era vitale in chiave anti-romana e soprattutto, per quanto l'alleanza con la Scozia era abbastanza salda, al monarca, sul continente mancavano alleanze significative. Alla fine, Adolfo riuscì ad essere eletto come re di Longobardia, ma diverse voci iniziarono a ritenere la sua elezione illegittima e l'Asburgo riuscì a trovare diversi sostenitori alla sua causa. Dichiarando il suo oppositore illegittimo, Alberto raccolse un esercito e si lanciò versò i possedimenti dei Nassau solo per trovarvi schierati gli uomini di Adolfo e di Filippo II che era intervenuto a sostegno del cognato.

Nella battaglia di Göllheim si decisero le sorti del trono di Longobardia quando Alberto trovò la morte tra le lance normanne e longobarde. Ormai unico padrone della Longobardia, Adolfo si apprestò a confiscare i maggiori beni e proprietà degli Asburgo confinandoli nella piccola Contea di Fürstenberg. La guerra civile longobarda aveva permesso al legame tra Filippo e il nuovo re di Longobardia di cementarsi e soddisfatto il, re normanno, aveva ora guadagnato un prezioso alleato. Questa battaglia fu il primo anello che forgiò la cosiddetta alleanza di ferro.

La Terra Santa e il Papato[]

Nel frattempo erano anni turbolenti all'interno del vicino Impero romano che sotto la guida dell'imperatore Federico aveva conosciuto una rinascita culturale e economica, a discapito della sua stabilità interna e dei rapporti con la Chiesa Cattolica.

Sotto il pontificato di Niccolò IV le tensioni tra Impero e Papato si accentuarono. I mongoli infatti erano riusciti a occupare Gerusalemme, indignato, il Papa aveva indetto una nuova crociata chiedendo anche la partecipazione di Federico. Giunto in Terrasanta con un esercito, l'Imperatore non intraprese una guerra contro il Khan, ma invece stipulò una formale alleanza e con la diplomazia riuscì a ottenere la restituzione della Città Santa. Questo fece infuriare il Pontefice e portò a grandi disordini interni al Clero.

Federico non risiedette a Roma dal 93 al 99 lasciando grande libertà nella capitale. L'inaspettata morte di Niccolò nel 94 portò a una lotta molto accesa per il soglio di Pietro. Capendo l'importanza che assicurare il Pontificato a un suo protetto avrebbe potuto portagli, Filippo II patrocinò la candidatura del cardinale Ursini. Inaspettatamente però il conclave elesse un eremita, Celestino V, che seppur riluttante accettò l'anello del pescatore. Il pontificato di Celestino fu breve e da subito il nuovo vescovo di Roma diede prova di una grande ingenuità e leggerezza nel trattare argomenti spinosi in seno alla Chiesa. Per questo iniziò a maturare l'idea di abbandonare la carica pontifica che però non fu possibile attualizzare per la pressione dei senatori e dello stesso Federico che vedevano in Celestino la possibilità di un ritorno alle origini della Chiesa.

Nel 1298, Celestino morì lasciando una Chiesa in gran tumulto. Le riforme dell'ultimo pontefice, che cercavano di combattere la corruzione e i lussi dei cardinali, avevano trovato una ferma condanna da parte di diversi esponenti della nobiltà ecclesiastica. In particolar modo a farsi carico delle istanze fu il cardinale Caetani che riuscì a farsi eleggere al soglio di Pietro con il nome di Bonifacio VIII. L'ambizioso pontefice da subito si dimostrò a intrattenere corrispondenze con i sovrani della Cristianità in particolare con la Normandia di Filippo II.

Il ritorno di Federico nella capitale (1299) fece rimpiombare la Terra Santa in momenti difficili e nuovamente si assistettero a scorrerie da parte dei Mongoli che razziarono duramente la Contea di Edessa sotto la giurisdizione della corona di Normandia. L'apice si ebbe col terribile assedio di Antiochia (1304) che causò la morte di Ugo di Lusignano, figlio del conte di fenicia, Almarico. Ciò portò alla formale denuncia da parte di Filippo di quanto stava succedendo in Terra Sanata che secondo le dure parole del sovrano, che trovavano eco in quelle del Pontefice, era diventata una terra solo nominatamente sotto l'egida della cristianità, ma di fatto abbandonata alla mercé degli infedeli. Davanti all'irremovibile Federico che non cedeva alle provocazioni da parte di Filippo e del Pontefice, il re di Normandia arrivò persino ad affermare, in una missiva inviata ai maggiori sovrani d'Europa, che l'Imperatore romano aveva fatto un patto nientepopodimeno che con il Diavolo in persona.

L'avvicinamento verso gli Altavilla[]

Con la sua diplomazia e le sue doti come sovrano, Filippo era riuscito a riaffermare il peso della Normandia sul continente. Questo naturalmente non sfuggì a una delle famiglie più potenti nel vicino Impero romano, gli Altavilla che iniziarono ad avvicinarsi al sovrano. Erano anni di grossi cambiamenti all'interno dell'impero romano, nel 1308, il re di Grecia, Andronico IV, piegato dalla situazione in Anatolia e dai debiti con i veneziani, si riconosceva vassallo dell'Imperatore Federico causando un drastico cambiamento tra le dinamiche di potere all'interno del potere.

Il patriarca della famiglia Altavilla dell'epoca, Roberto IV, su suggerimento dello stesso pontefice, si avvicinò allora a Filippo Augusto, con il quale sembrerebbe aver intrattenuto anche una corrispondenza epistolare. Secondo le fonti dell'epoca, gli Altavilla si lamentavano della durezza del governo di Federico che governava il paese senza alcun rispetto verso la tradizione e la religione, lodando invece l'operato di Filippo che agiva nel pieno rispetto dei suoi vassalli, grazie alla magna carta, e dava l'esempio in quanto sovrano pio e devoto. Inizialmente queste missive non sarebbero state altro che un possibile avvicinamento tra la corte di Parigi e quella di Olisipo, ma la situazione cambiò drasticamente nel 1312 con l'arrivo del figlio di Federico, Alessandro, in Iberia a cui fu affidato il titolo di Cesare e il compito di governare le province iberiche, ruolo tradizionalmente riservato agli Altavilla. Questo infuriò profondamente Roberto IV che vedeva indebolito il suo controllo sulla regione che la sua famiglia esercitava da secoli, sin dai tempi dell'ultimo imperatore della dinastia visigota, Onorio II. Filippo seppe confermarsi come un abile diplomatico ricordando a Roberto IV che le origini degli Altavilla erano normanne e che quindi erano uniti da forti legami non solo religiosi, ma anche culturali. Il re dei Normanni descriveva l'operato dell'Imperatore Federico al pari di quello di un anticristo venuto sulla Terra per sconvolgere l'ordine naturale dei regni, opprimere i più deboli e i suoi stessi vassalli. Inoltre Filippo sollevava dubbi sul fatto che Federico avesse a cuore il ruolo degli Altavilla o dell'Iberia, suggerendo che così come aveva abbandonato la Terra Santa ai mongoli, avrebbe fatto lo stesso con l'Iberia, qual ora un nuovo nemico l'avrebbe attaccata.

Con lo stesso fervore Filippo intratteneva un rapporto epistolare con Bonifacio, tratteggiando uno scenario molto buio per la Cristianità e per la stessa figura del Pontefice alla mercé di un Imperatore "eretico[1]". Federico non era ignaro di quanto stesse accadendo e cercò di porre fine a questo pericoloso avvicinamento, a tal fine incrementò i suoi sforzi per favorire una centralizzazione del suo Impero introducendo, nel 1315, la discussa figura dei missi dominici dei rappresentati imperiali che avrebbero avuto il compito di osservare e aiutare nell'opera di governo i vari governatori provinciali. Questo però riduceva molto l'operato delle varie famiglie e sconvolgeva lo stesso sistema feudale che era andato a formarsi all'interno dell'Impero romano.

Reputata una formale dichiarazione di guerra, gli Altavilla si sollevarono contro il governo di Roma, scacciarono Alessandro tagliandogli la strada verso le province romane in Gallia e costringendolo a rifugiarsi in Africa.

La guerra dell'alleanza di ferro[]

Mentre gli Altavilla prendevano il controllo dell'Iberia, Venezia affondava le navi imperiali e prendeva il controllo di Ravenna. Nel frattempo Filippo richiamava il suo alleato longobardo. Inizialmente Adolfo di Nassau sembrò titubante nell'entrare in guerra contro Federico, ma li re di Normandia arrivò a proporgli che, in cambio dell'intervento delle truppe longobarde, il Norico sarebbe stato ceduto al Regno di Longobardia. Assicuratosi anche gli interventi dei Longobardi, il 27 luglio 1316, Filippo entrava formalmente in guerra dichiarando decaduto l'Imperatore Federico che nel frattempo era stato scomunicato da papa Giovanni XXI, succeduto a Bonifacio ma della stessa linea politica.

Filippo ebbe gioco semplice delle truppe romane rimaste in Gallia che vennero travolte dall'esercito normanno. Verso la fine di Agosto già cadeva la città di Aquae Sextiae e il suo contado che permetteva all'esercito normanno di avanzare fino al Rodano e, dopo essersi rifocillato nella città di Avenio, si diresse oltre le alpi. Allo stesso modo, Adolfo stava conquistando le città del Norico che furono prese alla sprovvista dall'arrivo delle truppe longobarde.

A Marzo del 1317 la conquista Longobarda del Norico era completa le truppe di Adolfo si erano unite a quelle di Filippo II nella città di Mediolanum, Federico però aveva reclutato un esercito e stava marciando verso nord, le due armate si scontrarono nella Battaglia di Prato. Nonostante l'inferiorità numerica Federico riuscì a sconfiggere l'alleanza di ferro.

A quel punto Federico mise sotto assedio Ravenna, ma dopo appena un mese, a Novembre, le paludi che circondavano la città fecero in modo che tra le file di Federico si diffuse il colere, che purtroppo colpì anche l'imperatore, che fu costretto a lasciare il fronte per tornare verso Roma, ma morì nel 1918 durante il viaggio di ritorno.

Suo figlio Alessandro era in Africa e non avrebbe fatto in tempo a tornare in Italia per difenderla dagli attacchi che Filippo II avrebbe sferrato da lì a poco.

Così Longobardi e Normanni tornarono a calare e raggiunsero le truppe romane, ora mai disgregatesi senza alcun leader, sconfiggendole.

Filippo II raggiunse Roma dove il 25 Gennaio 1918 si fece incoronare dal papa, con l'assenso del senato che non poteva fare altrimenti data la minaccia delle armi, nuovo Imperatore Romano.

Filippo cedette il Norico ai Longobardi come premio per il loro aiuto, intanto Alessandro, che si fece incoronare come Alessandro II imperatore a Cartagine ancora rivendicava il trono, mentre gli Altavilla, duchi di Lusitania, riconobbero Filippo come nuovo Imperatore, in cambio della nomina a Cesare dell'Iberia per il capo famiglia Goffredo d'Altavilla.

Oltre a questo la Provenza venne annessa al regno di Normandia.

Filippo decise di premiare Venezia per il suo aiuto concedendo alla sua aristocrazia il controllo della provincia di Dalmazia.

E per concludere la guerra il nuovo imperatore firmò un trattato di pace con Andronico re di Grecia, alleato degli Antonini ma che ora mai aveva poco interesse a continuare praticamente da solo la guerra.

La nuova Capitale[]

Palazzo imperiale di avignone

Filippo, per mantenere il controllo sulle provincie italiane non poteva mantenere la sede del suo potere a Lutezia, troppo distante dai suoi nuovi possedimenti, ma non poteva neanche trasferirsi a Roma, troppo distante dal territorio a lui più fedele, la Normandia, e soprattutto luogo dove il papa pretendeva di avere il controllo, perciò scelse una città a metà strada tra le due, una città nella Provenza Romana non troppo grande ma che grazie a lui inizia a veder sorgere nel suo territorio imponenti edifici degni della capitale dell'impero, quella città era Avignone.

Imperatore[]

Mentre i lavori nella nuova capitale proseguivano velocemente il fatto che dall'altra parte del mediterraneo esistesse ancora qualcuno che si opponeva al suo nuovo impero lo preoccupava, così iniziò a programmare una campagna per sottomettere le isole e l'africa romana.

Nel 1322 l'attaccò inizio e grazie agli uomini degli Altavilla e le navi veneziane le forze della fazione Normanna sbarcarono nei pressi di Palermo, ma Filippo non poté vedere la fine di questa campagna in quanto si spense 1326, poco dopo aver visto il completamento della sua residenza personale nuova di zecca ad Avignone.

  1. Federico era cresciuto a Cartagine e alcuni lo accusavano di essere un cataro.
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